La festa del PNSD: piccola cronaca

di Mangiarotti Aurora e Rosangela Mapelli

Bologna è stata la città scelta dal MIUR per festeggiare i tre anni del PNSD.

Nelle severe e maestose sale di Palazzo Re Enzo, bambini e ragazzi hanno portato le loro esperienze, i prodotti frutto della loro creatività e di percorsi didattici innovativi: non solo autori, ma anche competenti e spigliati divulgatori, gli studenti erano pronti a descrivere le loro realizzazioni ad un folto pubblico e a soddisfare le richieste dei più curiosi. Abbiamo visto libri cartacei animati o luminosi grazie a led, robot che danzavano, video, giochi e tanto altro: la tecnologia non fine a se stessa, ma strumento per l’apprendimento


Nell’Urban Center, uno spazio aperto alla città dove è possibile passare alcune ore immersi nella lettura di quotidiani, frequentare la biblioteca o partecipare ad incontri culturali, abbiamo incontrato anziani, studenti universitari, mamme con i loro bambini. Ebbene, in questo contesto eccezionale, al secondo piano in alcuni box trasparenti, che accolgono una dozzina di persone al massimo, si sono svolti incontri di formazione sui temi del PNSD. Questa modalità ha permesso un significativo confronto fra corsisti ed esperti che ha reso gli interventi particolarmente efficaci.


I cortili e le piazze circostanti Palazzo Accursio e Palazzo re Enzo hanno riservato la più grande sorpresa: cupole geodetiche trasparenti, per ospitare workshop e laboratori.

Queste installazioni stimolavano la curiosità dei passanti che spesso facevano una sosta per osservare quanto avveniva all’interno e davano la percezione ai corsisti di essere contemporaneamente protagonisti del laboratorio e immersi nella frenesia operosa della piazza.


Nelle cupole, attrezzate di tutto punto con tavoli e sgabelli di cartone rigido, abbiamo partecipato a laboratori di tinkering e robotica che ci hanno davvero entusiasmato, parole d’ordine: provare, scoprire, creare, progettare
Un’esperienza interessante e “immersiva” nella realtà vera, che dà speranza per il futuro della nostra scuola.

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